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Ieri il lungo applauso del pubblico del Philippe Chatrier esaurito per la “Giornata del bambini”, oggi la vigilia del torneo. “Ho fatto di tutto per arrivare al top qui a Parigi, una città stupenda alla quale sono legata da ricordi bellissimi - aggiunge Francesca - ieri entrare sul Centrale e ricevere l’applauso dei parigini è stato bellissimo. Come sto? Bene. Roma mi ha insegnato tantissimo: soprattutto mi ha indicato la strada per trasformare qualcosa che sogno in realtà. Ed è stata importante anche la scorsa settimana vissuta a Bruxelles, lontana dalla ribalta di Parigi. Ora devo unire tutti questi pezzi, sono qui pronta a fare bene”.
Venerdì scorso in Belgio ha affrontato in semifinale la numero uno Wozniacki perdendo solo al terzo set una sfida molto combattuta. “La partita con Caroline è stata molto buona - conferma la trentenne milanese - devo però gestire meglio i momenti più importanti del match. Le ho dato appuntamento sui campi del Roland Garros... Sulla terra rossa ogni punto è una storia, è una lotta sia tecnica che di testa… Sto lavorando molto sul servizio: è un’arma che voglio utilizzare al meglio. Su questi campi è molto importante, ti permette di servire sia di potenza che in kick”.
Quindi parla dell’avversaria che affronterà lunedì al primo turno (primo match sul Philippe Chatrier alle ore 11), la statunitense Melanie Oudin, venti anni da compiere, attualmente numero 88 del ranking Wta, indicata qualche anno fa dai suoi connazionali come l’erede di Chris Evert. La Schiavone nei precedenti conduce 2-1, ma ha perso l’ultima sfida lo scorso novembre a San Diego nella finale di Fed Cup (si giocava sul veloce indoor). “E’ una giocatrice talentuosa - conferma Francesca - che alterna momenti esaltanti ad altri meno buoni. Dovrò toglierle i tempi del gioco e la fiducia visto che è molto giovane, dovrò stare attenta a tenerla fuori dalla partita. Sarà un match da studiare con attenzione…”.
In platea le chiedono anche del momento del tennis femminile, secondo alcuni in crisi di talenti.“Non sono d’accordo - ribatte - dieci, quindici anni fa il gap tra il livello delle migliori e le altre era molto più ampio, ora è diventato più sottile. I match andavano via più veloci, ora anche una top player deve soffrire e lottare sin dai primi turni. E poi nel tennis di oggi è molto importante la preparazione fisica”.
Il finale è di stile ciclistico, visto che siamo in pieno Giro d’Italia: “Fisicamente sto bene, la gamba è buona - dice l’azzurra - ora sono in pianura, ma sta per iniziare la salita. C’è il primo match, il primo Gran Premio della montagna che voglio vincere…”.
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